Il rischio cardiovascolare

La malattia cardiovascolare si può manifestare in diversi modi, i più importanti sono:

  • Ictus: un'arteria che porta il sangue al cervello si ostruisce. Al cervello viene a mancare il necessario rifornimento di ossigeno e nutrienti: i danni che ne conseguono possono essere più o meno gravi, fino alla morte nel peggiore dei casi.
  • Angina: il cuore è un muscolo come gli altri del nostro corpo e per funzionare ha bisogno di ricevere un flusso continuo di sangue attraverso le arterie coronarie. Quando le arterie coronarie si restringono a causa di depositi di grassi e altre sostanze, il sangue che affluisce al cuore non è sufficiente e questo causa appunto il dolore detto angina.
  • Infarto: le arterie che irrorano il cuore si occludono, ma in questo caso l'occlusione è completa o quasi. Il muscolo cardiaco non è più in grado di pompare il sangue necessario all'organismo stesso per rimanere in vita. Nel migliore dei casi un intervento medico tempestivo può salvare la vita al paziente, che andrebbe altrimenti incontro a morte certa.

Il processo che porta alla restrizione delle arterie (aterosclerosi) non è stato ancora del tutto compreso. Si sa di certo che, in alcune circostanze, all'interno delle pareti delle arterie si formano depositi di colesterolo e di altre sostanze. Con il tempo questi depositi tendono a crescere di volume, causando il progressivo restringimento del vaso sanguigno. La scienza medica ha identificato negli anni alcune delle circostanze che facilitano l'insorgere della malattia cardiovascolare e vengono comunemente indicate come fattori di rischio cardiovascolare.

La presenza di uno o più fattori di rischio aumenta la probabilità che negli anni successivi si verifichi un evento cardiovascolare. I fattori di rischio possono essere classificati in due categorie:

  • Modificabili: possono essere annullati o almeno attenuati modificando le abitudini e lo stile di vita del soggetto (es. fumo di sigaretta);
  • Non modificabili: non è possibile intervenire per ridurne l'impatto sul rischio cardiovascolare (es. l'età).

Fattori non modificabili

I fattori di rischio non modificabili devono essere tenuti in considerazione per valutare il rischio complessivo, anche se non è possibile fare nulla per mitigare il rischio che comportano.

  • Età: il rischio è maggiore quanto maggiore è l'età del soggetto.
  • Sesso: gli uomini hanno un rischio maggiore rispetto alle donne. Anche per le donne il rischio non è trascurabile e aumenta con l'avanzare dell'età, in particolar modo dopo la menopausa.
  • Familiarità: la presenza in famiglia di parenti che hanno avuto eventi cardiovascolari prima dei 55 anni (65 per le donne) è un fattore di rischio aggiuntivo non trascurabile.

Fattori modificabili (indipendenti)

I fattori di rischio modificabili sono gli unici sui quali si può intervenire: se si tiene a rimanere in vita e in salute il più a lungo possibile, devono necessariamente essere eliminati o fortemente attenuati.

  • Fumo: la nicotina e il monossido di carbonio hanno un effetto devastante sul sistema cardiovascolare. Il fumo di sigaretta, oltre a far aumentare la pressione arteriosa (contribuendo quindi ad aggravare un altro fattore di rischio) e ad aumentare le probabilità d'insorgenza di tumori, favorisce anche la formazione di depositi sulle pareti interne delle arterie (aterosclerosi), i principali responsabili della malattia cardiaca.
  • Fumo passivo: i danni per la salute, sebbene d'intensità minore, sono quelli descritti al punto precedente.
  • Ipertensione: avere la pressione arteriosa troppo elevata contribuisce alla formazione di depositi ateromatosi all'interno delle arterie. Se la pressione viene mantenuta nella norma con l'utilizzo di farmaci, il rischio si riduce notevolmente. La situazione migliora ulteriormente quando la pressione viene tenuta sotto controllo, senza l'utilizzo di farmaci (purtroppo non sempre è possibile), grazie a un miglioramento dello stile di vita (es. introduzione di attività fisica, dieta equilibrata).
  • Obesità e sovrappeso: un peso superiore alla norma è associato a un rischio elevato; all'aumentare del peso aumenta progressivamente il rischio cardiovascolare.
  • Colesterolo totale alto: il colesterolo è una delle sostanze che si depositano sulle pareti delle arterie restringendone il lume.
  • Colesterolo LDL alto: il colesterolo LDL, meglio conosciuto come "colesterolo cattivo", quando è troppo alto rappresenta un importante fattore di rischio cardiaco.
  • Colesterolo HDL basso: le lipoproteine HDL hanno un ruolo importante nel rimuovere il colesterolo in eccesso dai tessuti e impedire che si depositi nelle arterie. Per tale ragione svolgono un'azione protettiva nei confronti della malattia cardiovascolare. Se la concentrazione di colesterolo HDL nel sangue non è sufficientemente elevata, l'azione protettiva non è efficace.
  • Diabete mellito: oltre ai problemi tipici della malattia, contribuisce all'innalzamento del rischio cardiovascolare. Se il diabete è correttamente trattato e curato, il rischio che ne deriva diminuisce sensibilmente.
  • Sedentarietà: è un fattore di rischio importante che molto spesso viene trascurato. L'assenza di attività fisica, oltre a favorire un aumento del peso corporeo, impedisce all'apparato cardiocircolatorio di mantenersi in salute ed efficienza. In questo sito è disponibile un calcolatore online che in base ad altezza e peso fornisce l'indicazione del BODY MASS INDEX, cioè di un parametro che permette di chiarire se una persona è sovrappeso e quanto è grave tale eccesso.

I fattori di rischio elencati sopra sono indipendenti: ciò significa che ogni fattore è di per sé decisivo nell'aumentare il rischio cardiovascolare, indipendentemente dalla presenza o meno di altri fattori correlati.

Potrebbe sembrare un dettaglio insignificante, ma non è così; si pensi ad esempio all'obesità: di solito è associata a ipertensione, colesterolo alto, diabete di tipo 2. Tutti fattori di rischio cardiovascolare indipendenti che si vanno a sommare al fattore "obesità".

Il lato positivo è che, intervenendo in modo intelligente, è possibile eliminarne o attenuarne più fattori di rischio in un solo tempo. Si noti in questo senso la potenza dell'esercizio fisico:

  • contribuisce a ridurre il peso corporeo;
  • aiuta a mantenere la pressione arteriosa bassa;
  • abbassa il colesterolo cattivo e alza quello buono;
  • contribuisce a evitare l'insorgere del diabete di tipo 2;
  • elimina, ovviamente, il fattore di rischio "sedentarietà".

Con un "piccolo" cambiamento allo stile di vita è possibile eliminare ben cinque fattori di rischio dalla propria vita!

Il fattore di rischio più importante

Non si può dire, in assoluto, quale sia il fattore più importante: bisogna infatti notare che non si tratta di fattori binari del tipo (si/no) ma di fattori a intensità variabile. Ad esempio c'è una grossa differenza tra chi fuma due sigarette al giorno e chi ne fuma due pacchetti, così come c'è una grossa differenza tra avere il colesterolo a 250 e averlo a 350.

Come ridurre il rischio cardiovascolare

La risposta è semplice: eliminare, nei modi e nei tempi giusti, tutti i fattori di rischio modificabili. Come fare? Bisogna sicuramente consultare il proprio medico e preparare un piano d'intervento compatibile con il proprio stato di salute. Ad esempio chi ha un Body Mass Index di 35 non dovrebbe decidere "da solo" di iniziare a correre per eliminare il fattore "sedentarietà". La corsa è un ottimo strumento per dimagrire, ma non è compatibile con l'obesità.

E' importante sapere che il rischio cardiovascolare è una previsione a lungo termine (circa dieci anni). Il rischio legato a un fattore persiste infatti per diversi anni dopo la rimozione del fattore stesso. Ad esempio, chi ha smesso di fumare da un anno ha un rischio più elevato rispetto a chi non ha mai fumato o ha smesso decine di anni prima. Il messaggio è chiaro... bisogna intervenire finché si è in tempo!